Case vinicole, in Italia l’emergenza economica da Covid fa crollare il fatturato di 4 cantine su 10. L’allarme liquidità conseguente preoccupa un settore che dà lavoro a 1,3 milioni di risorse con un giro di affari di 11 miliardi di euro (dati: indagine Coldiretti-Ixè). Il trend negativo è particolarmente avvertito in Piemonte, regione ai primi posti per la produzione vinicola nazionale: le cantine della Granda, nel Cuneese, hanno registrato perdite fino al 70% (fonte: Coldiretti Cuneo).
A determinare la crisi, la contrazione dei consumi seguita alla chiusura degli esercizi pubblici (bar, ristoranti, pub) e lo stop alle prenotazioni in alberghi ed agriturismi, volano promozionale indiretto dei prodotti enologici sia in Italia che all’estero. Negativi i dati anche sul fronte export, che da solo vale il 58% del fatturato globale del settore, ben 6,4 miliardi di euro (dati 2019). Il ristagno dell’export è causato dalle difficoltà logistiche legate alla filiera dei trasporti e dalla flessione della domanda di vino ed altri prodotti agroalimentari made in Italy sulla scorta dell’ingiustificato timore che possano essere veicolo di trasmissione del virus.
Sul fronte della distribuzione interna, la principale criticità è costituita dal blocco delle vendite, aggravato da ritardi ed irregolarità nelle consegne. Un deficit importante se si considera che, oltre all’export, a trainare il comparto, lo scorso anno, è stato proprio l’incremento delle vendite domestiche (+9,9%), particolarmente significativo per le aziende venete, piemontesi e toscane. Senza vendite, le aziende non sono in grado di far fronte ai pagamenti e finanziare il ciclo produttivo che deve comunque andare avanti, dalla fase di raccolta a quella di lavorazione ed imbottigliamento. E a settembre ci sarà una nuova vendemmia.
A complicare lo scenario, il fattore dei ritardi di pagamento relativi anche a partite di merce consegnate al settore HoReCa già prima dello scoppio dell’epidemia.
Una questione, quella della lentezza degli incassi, ben preesistente al Covid: lo scorso anno, il saldo fatture del settore agricolo è avvenuto mediamente in 70,6 giorni ed è aumentata la quota di aziende in grave ritardo, in particolare in Sicilia e Calabria, regioni in cui il differimento dei pagamenti ha superato i 60 giorni.




