Gli effetti positivi delle moratorie introdotte dal governo italiano per il contenimento dell’impatto negativo su famiglie ed imprese indotto dalla emergenza Covid sono al capolinea. Ad oggi è infatti ancora in essere soltanto il 28% del totale dei provvedimenti concessi e un’ ulteriore contrazione è prevista nel prossimo mese di ottobre quando le moratorie attive si ridurranno ancora del 10%. (dati Osservatorio Npe di Cribis).
Gli interventi di sostegno attuati a vario titolo, dalle moratorie alla finanza agevolata al blocco dei licenziamenti, hanno contribuito, finora, a contenere il rischio di credito. In particolare, il tasso di default registrato dalle società di capitali nel periodo giugno-dicembre 2020 si è attestato al 2,6% oltre un punto percentuale in meno rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Un trend positivo che è però destinato a terminare con la decorrenza delle misure statali ed il cui apice negativo verrà raggiunto nel 2022.
Conseguenza sarà la crescita progressiva di insolvenze e fallimenti d’azienda, stimata al 4% entro la fine del 2021 e che si estenderà all’ anno successivo (previsioni Atradius, report economico/settoriale Italia). Se, da una parte, è innegabile una timida ripresa del PIL, la riduzione dei redditi delle famiglie e l’incremento della disoccupazione fanno da contraltare e continuano a destare preoccupazione all’ interno dei settori più duramente colpiti dalla crisi economica. In particolare, il settore automobilistico e quello delle costruzioni rischiano un notevole incremento del rischio di credito. Idem per il settore dei servizi, per il quale si stima un ritorno ai livelli pre-crisi non prima della fine del 2022.
In vista di un periodo non semplice, è auspicabile che le imprese che vantano crediti incagliati o difficilmente esigibili si attivino da subito per recuperarli, prima che le società debitrici vengano interessate da procedure concorsuali o, peggio, da default, rendendo impossibile il rientro dell’insoluto, con conseguente perdita della liquidità attesa.
Le società di tutela del credito sono strutturate per supportare l’azienda creditrice nel rientro in bonis o, laddove ciò non sia possibile, sono in grado di seguire l’intero iter giudiziale.




