Rischiosità in aumento per diversi settori chiave dell’economia italiana. A soffrire maggiormente, nel terzo trimestre 2019, i comparti della meccanica strumentale e della metallurgia, investiti da criticità strutturali e congiunturali.
Il settore della metallurgia è stato interessato dal peggioramento più intenso, rispetto all’analogo periodo del 2018, determinato da un forte calo del fatturato e da una sfavorevole dinamica dei prezzi. Non appaiono migliori gli scenari del comparto della meccanica strumentale, che, fortemente orientato all’export, sta subendo le conseguenze del clima di incertezza mondiale e le correlate tensioni commerciali. Le conseguenti contrazioni degli investimenti si riflettono poi negativamente sulla produzione specifica (fonte: Barometro Sace Simest).
Le criticità sono evidenti anche per le imprese meno votate all’internazionalizzazione, poco esposte ad una serie di rischi tipici dell’operatività estera ma fortemente afflitte dal problema del rischio di credito. Lo rivela il “Barometro Censis Commercialisti sull’andamento dell’economia italiana”.
Per la quasi totalità dei commercialisti intervistati (91,3%), le aziende clienti sono state interessate da ritardi nei pagamenti, con tempistiche di rientro ancora più lunghe di quelle registrate nel 2018. Ciò ha determinato a sua volta, quale logica conseguenza, il ritardo nel pagamento delle fatture di fornitura, dato confermato dall’87,7% dei professionisti intervistati.
I mancati incassi ed i tempi di pagamento sempre più lunghi hanno fatto registrare un aumento del numero di aziende costrette a regolarizzare in ritardo i versamenti al fisco ricorrendo al ravvedimento operoso, evidenza particolarmente comune per le microimprese (dato evidenziato dal 52,6% degli intervistati). Più allarmante il dato relativo alle aziende che non sono riuscite ad onorare i debiti verso il fisco: per il 47,7% dei commercialisti nel 2019 è cresciuto il numero delle imprese inadempienti.
Le conseguenze di questo scenario? L’aumento – confermato dal 38,9% degli intervistati – delle aziende clienti che si sono rivolte agli Istituti di credito per richiedere finanziamenti di breve periodo, fidi ed anticipi su fatture necessari a coprire gli scoperti di conto corrente.
Quale correttivo adottare? Una corretta politica di gestione del credito commerciale potrà arginare il corto-circuito finanziario delle imprese. Buone prassi di gestione creditizia gioverebbero in particolar modo alle piccole imprese, quelle con fatturato annuale fino a 350.000 euro, che soffrono in maggior misura le criticità conseguenti ai ritardati o mancati incassi e più esposte al rischio default ed alla dipendenza dal sistema bancario.




