Il recupero crediti asset sempre più strategico per la stabilità economica delle imprese. Lo conferma il X Rapporto Annuale Unirec ufficializzato lo scorso 22 settembre in un evento ad hoc in live streaming.
I dati quantitativi avvalorano la consistenza del settore. Nel 2019, pur a fronte di un calo del 2.8% del numero di pratiche gestite in conto terzi rispetto all’anno precedente, sono migliorate le performance di recupero. Quasi 13 milioni sono state le pratiche recuperate complessivamente (+3,7% rispetto al 2018) per un valore complessivo di 9 miliardi di euro.
Cresciuti anche l’importo dei crediti affidati che tocca quota 18,6 miliardi di euro (+22,6% rispetto al 2018) e il ticket medio dell’affidato (euro 2.680). Un dato che potrà salire ancora dal momento che in Unirec sono da poco entrati servicer esperti nella gestione di voluminosi portafogli NPL.
Sul fronte delle policies operative, nel 2019 l’87% delle pratiche è stato lavorato in Phone Collection consentendo di incassare il 61% degli importi. Per le pratiche di ticket medio-alto è diventato più frequente il ricorso alla gestione legale.
Sul fronte delle pratiche recuperate, migliora la performance media di tutte le regioni, in particolare di Lombardia, Campania e Sicilia.
Quali committenti si rivolgono maggiormente alle Credit Companies? Prime tra tutti, le aziende operanti nel comparto Utility/TLC i cui affidamenti costituiscono il 45% del monte pratiche totali gestite nel 2019. Le Utilities hanno affidato 14 milioni di pratiche per un valore di 8 miliardi di euro.
Positivi i risultati della collection per il comparto: la performance media di recupero è del 32%, in aumento rispetto al 2018, e riguarda sia la gestione di pratiche relative a clienti ancora in fornitura (attivi) che fuori fornitura (cessati).
Seguono poi i crediti di tipo finanziario (26% del totale) e bancario (15%) per i quali si registra un incremento importante sia rispetto al totale delle pratiche affidate che al valore economico delle stesse. Stabili le performance di recupero.
Il settore è interessato da processi di miglioramento continuo per offrire servizi di alto standing. Non semplice recupero crediti ma anche attività di caring verso il debitore, gestito come patrimonio dell’azienda committente da salvaguardare. Un approccio reso possibile dalla qualità e dalla maturità del comparto, un mercato complesso che si trova a fronteggiare, quotidianamente, una domanda sempre più esigente a cui le Credit Companies rispondono con procedure finalizzate a raggiungere non solo le migliori performance quantitative ma ad offrire una collection evoluta sotto aspetti qualitativi. Con sempre maggiore evidenza, la mission delle società è recuperare gli insoluti delle committenti tutelandone il rapporto commerciale col cliente-debitore.
Un approccio che si è palesato con chiarezza nel periodo del lockdown seguito all’emergenza sanitaria Covid-19 in cui le società di recupero crediti hanno dimostrato resilienza, adeguandosi anche alle sopraggiunte necessità operative attraverso investimenti economici in tecnologia che hanno consentito alla quasi totalità delle associate, il 91%, di adottare lo smart working.
Il ricorso al lavoro agile, oltre a permettere la gestione delle attività in sicurezza per gli addetti ai lavori, ha reso possibile la continuità operativa a vantaggio dei committenti. In questo contesto, l’attività di contatto costante con i clienti-debitori ad opera dei Phone Collectors ha consentito di mantenere vivo il dialogo tra le parti in un momento complicato sia dal punto di vista sanitario che economico. Le Credit Companies hanno operato da “cerniera” tra i committenti ed i clienti negoziando piani di rientro utili non solo a garantire i flussi di cassa dei primi ma a consentire la prosecuzione del rapporto commerciale.




